Cap 12: LE SOLEIL OBSCURE’ - IL SOLE OSCURATO


LE SOLEIL OBSCURE’
IL SOLE OSCURATO

La nostra, ormai, era una vera e propria prigionia.
Xantyan si divertiva a renderci la vita impossibile.
Per tenerci sotto controllo, ci isolava dentro una vera e propria bolla che ricopriva tutta l’astronave ed il satellite su cui stazionavamo.  
Questa specie di cortina non era sempre presente, ma appariva all’improvviso, interrompendo così ogni contatto con l’esterno.
L’atmosfera che respiravamo, in quella nuova condizione, era
pesante per tutti: il Re e la Regina erano quasi impotenti di fronte alla sistematica distruzione che Xantyan stava portando avanti con un’organizzazione e capillarità maniacale.
L’unica possibilità di intervento da parte dei Sovrani per combattere il nemico era rimasto il controllo sugli eventi naturali dei pianeti o i movimenti cosmici.
Si scatenavano così tempeste stellari, uragani, terremoti e via di questo passo, ordinati dal Re, ma spesso regolati dalla Regina.
E poco importava se tra le vittime potevano esserci anche i nostri alleati. Purtroppo ogni mezzo era diventato lecito per arginare l’avanzata di Xantyan.
Michael spesso usciva con i suoi guerrieri, per fermare le il nostro nemico.
Il cielo era sempre ricoperto da fuochi di fila di una guerra che sembrava non potersi esaurire; anzi, la sensazione che tutti avevamo era che Xantyan volesse proprio questo: un regno dove la sofferenza e la morte fossero infiniti e si alimentassero a vicenda.   
Gabriel aveva abbandonato tutti i suoi impegni, delegando ad altri del suo Clan tutte le decisioni e i compiti da svolgere, lasciando nello sconcerto più totale i Sovrani.
Era Alice il suo unico pensiero.
Quello che lo faceva più soffrire era l’impossibilità di comunicare direttamente con lei.
Anche per me era difficile mantenere i contatti, e spesso la nostra Principessa (per quanto fosse a conoscenza della  situazione) si arrabbiava con noi perché non si sentiva seguita come desiderava.
Malgrado queste insofferenze Alice continuava ad inviarci immagini e relazioni con una costanza e diligenza certosina.
Gabriel le leggeva e rileggeva più volte, soprattutto per avere la sensazione di sentirla più vicina.
Relazioni che poi consegnava ai Sovrani a cui erano originariamente destinate:

DALLA PROVINCIA EST DI SATZOR
Gli abitanti originari sono stati tutti deportati, non sò ancora dove.
Ho visitato intere regioni svuotate, non c’è rimasto più nessuno.
Ho parlato con  un povero vecchietto che mi ha confidato, come se fosse un segreto, che d’ora in avanti lì si stanzieranno solo i seguaci di Xantyan.
Cambieranno il nome anche a questo pianeta.
Ho accompagnato il vecchio fino ad una strada che si arrampicava sù per una montagna.
Non mi ha voluto dire dove andasse, né cosa ci fosse lassù.
Io ho temuto il peggio.
Dove può andare un vecchietto senza bagagli, in un luogo disabitato destinato ai suoi nemici?    
Ho provato anche a seguirlo, ma vi giuro non sono riuscita a tenergli testa, si è imboscato tra la vegetazione e mi è sparito da sotto il naso.
Sono entrata anche nelle case disabitate:
non c’era niente, completamente vuote.
Credo abbiano voluto cancellare tutto, anche i più piccoli particolari di quanto ci fosse prima del loro arrivo.
Ma io in tutto questo tempo non ho visto nemmeno i soldati di Xantyan.
Sembra un pianeta fantasma.
Loro agiscono senza mostrarsi. Fanno incantesimi.
Spesso ho avuto la sensazione di essere spiata, ma a parte il vecchietto di cui vi ho parlato (continuo a ripetere) non ho incontrato altro.
Ho addirittura pensato che quel vecchietto in realtà fosse uno di loro. E’ possibile che si sia travestito per farvi sapere che intenzioni hanno proprio attraverso me...Non so...
Da quando sono in giro di cose strane ne ho viste abbastanza da credere a qualunque cosa!

CONTEA SUD-OVEST DI KANURH
Qui sono tutti pazzi!
Hanno, tutti nessuno escluso, abbracciato la causa di Xantyan con un entusiasmo delirante!
Parlano malissimo di noi, odiano il Re e la Regina, accusandoli dei peggiori crimini.
Xantyan è visto come il liberatore da una dittatura cruenta.
Sono tutti felici di vivere in case lussuose, con strade pulite, giardini verdeggianti.
Il loro tenore di vita è altissimo anche il loro aspetto è elegante e raffinato...
Almeno questo è quello che loro credono, anzi vedono.
La realtà è diametralmente opposta.
Le milizie di Xantyan appena insediati sul pianeta, prima hanno ucciso tutti quelli che si erano ribellati, dopo di chè hanno operato capillarmente sulle menti di coloro che si sono arresi, facendo vedere loro, non la realtà, ma quello che Xantyan ha deciso.

CONFINI NORD DI MALUNIA REPUBBLICA DI MUR
Questo luogo ora si chiama NAYRJH ed è un luogo di culto.
Vengono in pellegrinaggio da ovunque, per onorare Xantyan come fosse un Dio.
I rituali sono affascinanti e piuttosto coinvolgenti.
Evocano Xantyan sperando si mostri.
Lo chiamano sia con il suo vero nome sia con un’infinità di altri nomi, talmente tanti da far venire le vertigini.
Chiedono, attraverso la sua intercessione, ogni tipo di favore o di grazia, promettendo in cambio un legame e una fedeltà assoluta, e indissolubile.
Se molti rituali sono piuttosto belli, altri non lo sono affatto!
Xantyan in realtà non si fa mai vedere dai suoi seguaci, non lo ha mai fatto neanche nel suo Regno.
Io ho sempre saputo che rimaneva da solo nella sua abitazione, ed anche ora sembra faccia la stessa cosa.
Questa sua assenza provoca nell’animo di chi lo reclama un’ansia che porta a promettere sempre di più e chiedere sempre meno per  non sembrare presuntuosi nei confronti di quello che per loro è un Dio.   
Tutto questa agitazione interna si riversa sul rituale.
Ci sono dei riti terribili: si  arriva ad uccidere pur di avere il più piccolo dei segni da parte di Xantyan.

KEMTRIOSH: PRINCIPATO AUTONOMO DI FALBASH  
Michael quaggiù c’è bisogno di te!
Gli scontri e le rivolte del principato contro Xantyan sono continui.
E’ guerra a tutte le ore del giorno e della notte.
Chi di noi è rimasto a difendere il popolo non ha intenzione di mollare. Sono riusciti a conservare il nome originale del principato e il pianeta.
Sanno delle difficoltà che avete per comunicare con esterno della vostra astronave.
Questo li rende ancora più affezionati nei vostri confronti.
Qui Xantyan non è riuscito a capovolgere un bel niente!
Tutto il Principato segue con partecipazione le tue battaglie.
Il cielo è spesso illuminato dai fuochi dei tuoi guerrieri.
Ti prego vieni quaggiù!
Troverai solo alleati pronti ad unirsi a te.

BRATUISI: LA NUOVA CAPITALE DI XHEWOX, EX MAK’JO
Abito qui da circa un mese ma credo dovrò spicciarmi ad andarmene, il mio compito è finito ed ho paura di essere riconosciuta proprio adesso.
Sono ospite in casa di un seguace accanito di Xantyan.
Non trovavo nessun posto dove stare e lui si è offerto di ospitarmi.
Non mi ha riconosciuto, non credo che abbia capito molto su di me.
E’ molto gentile e ma anche piuttosto diffidente nei miei confronti.
Vorrebbe che avessi con lui più confidenza, ma io svicolo sempre con cura tutte le sue domande.
Mi chiede: come mai sono in città, quali sono i miei interessi, se ho un compagno o una compagna, se ho figli, se sono sposata.
Ecco in questo il mio matrimonio con Hal mi torna sempre utile.
Dicendo che sono sposata o che sono stata sposata, riesco ad inventare storie molto accattivanti per chi è curioso.
Nel caso del mio coinquilino, temo che il gioco si stia consumando e ora ho paura che cominci a diffidare troppo su di me. 

CROSH: METROPOLI AD EST DALLA CAPITALE DIAMORTH, DELLA REPUBBLICA DI GHAR  
Ho avuto una serie infinita di difficoltà per portare a termine le relazioni.
E’ una delle città più sorvegliate del uovo regno di Xantyan.
Ci sono spie ovunque, ieri mi hanno seguito per tutto il giorno.
Ogni dieci minuti qualcuno bussava alla mia porta per i motivi più disparati.
Non ci si può fermare troppo in un posto, non si può parlare, con più di tre persone per volta per più di cinque minuti...
Un vero inferno!
In casa poi manca sempre qualcosa.
Sembra che qualcuno entri a prelevare un oggetto a caso e ti costringe a uscire per andarlo a sostituire.
Capite quindi che c’è una frenesia e un moto perpetuo che impedisce il silenzio.
E’ un luogo di tensione perenne, nessuno conosce riposo, sono felice di andarmene domani.
Spero solo che quello che ho visto lo abbiate ricevuto in maniera decente e che le mie relazioni siano leggibili le ho scritte senza poterle rileggerle e correggerle, era impossibile con tutte le interruzioni che ho avuto.  

AMARGA: CENTRO CULTURALE AUTORIZZATO
Questa è una città dell’arte, non è brutta c’è molta creatività...Ma quQQQQqqQQQqqrrello che viene creato che non è un granché...Cioè: i temi affrontati non sono un granché, è tutto un inneggiare alla morte come unica fonte di felicità.
Ma alla lunga è una bella noia!
Si viene assaliti da un senso d’angoscia che rovina la salute!
A parte le tematiche, gli artisti sono tutti di un livello piuttosto elevato.
Le musiche o gli spettacoli piuttosto che la arti figurative o la letteratura, sono effettivamente molto belli.
Niente è lasciato al caso.
Gli artisti studiano molto e la qualità si nota immediatamente.
Vengono indetti concorsi o festival per scoprire nuovi artisti.
Credo che, fino ad ora, questo sia il luogo più bello fra quelli che ho visitato, ma so che esistono altre città simili, altrove.
Però vi prego di risparmiarmele, visto che mi devo spostare così frequentemente non mi chiedete di fare addirittura confronti stilistici. Lo dico fin da ora: mi rifiuterei!  

LAGO DI KAHERE, SULLA DORSALE MERIDIONALE DELL’ALTIPIANO DI FOGOLO
Da un po’ di giorni mi sono rifugiata nei pressi del lago.
Dovrei stare più tranquilla ma non mi fido lo stesso.
Fa freddissimo, per scappare ho dovuto abbandonare anche le poche cose che avevo, ora non ho niente per riscaldarmi.
Cosa ci sto a fare qui? Me lo sapete dire?
Io non sono mai stata troppo convinta da tutta questa storia,
e in casi come questi, veramente, vorrei avervi davanti per...
Meglio che me ne sto zitta!
Non so davvero dove andare...Fa freddo, non c’è anima viva, solo steppa; il lago è l’unica novità che ho trovato dopo chilometri di nulla assoluto.
Se mi dovesse accadere qualcosa non avrei scampo!     

DAL PORTO DI JURTY
C’è ancora molta confusione.
Le milizie di Xantyan stanno facendo una strage.
Le donne si sono rifugiate nel porto, ci sono stupri in serie:
i soldati di Xantyan entrano nelle case, uccidono a sangue freddo gli uomini, fanno sparire i bambini e violentano le donne.
Così da prassi, sembra una catena di montaggio quasi un impiego burocratico.
La gente si sta quasi abituando a tutto questo, e verso chi ancora non ha subito violenze, l’atteggiamento è davvero raccapricciante.
Vengono dati dei consigli TECNICI: su come NON reagire alle violenze e su che tipo di comportamento AVERE durante un possibile stupro.
Sono stati stampati dei veri e propri opuscoli che hanno grandissima diffusione, ve ne allego una copia. 

DISCARICA DELLA PROVINCIA DI LOP
Sono ospite di una signora.
E’ una sarta, mi ha cucito diversi vestiti da quando sono con lei.
Le sono affezionata, mi vuole bene come se fossi sua figlia;
è un’esperienza nuova per me, mi sento protetta.
Viviamo nella discarica, ma non da sole.
La discarica è un vero e proprio villaggio creato da tutti quelli che non amano il nuovo regno.
Una specie di riserva tollerata da Xantyan.
La sera intrattengo questa gente con le mie melodie.
Credo che qualcuno mi abbia riconosciuto, ma sta facendo finta di niente.
Parlo di una coppia che avevo già visto quando andavo a cantare per i seguaci di Xantyan.
Ho notato che appena mi hanno sentita cantare la loro attenzione nei miei confronti è mutata.
Non fanno domande, né riferimenti al passato, ma comunque mi studiano.
Quello che non capisco e come mai abitano nella discarica.
Ho pensato fossero delle spie, ma non mi pare.
Comunque fra pochi giorni lascerò anche questo luogo.
Mi sposterò di parecchio, ma ho trovato qualcuno che mi accompagnerà, cosi una volta tanto non viaggerò da sola.
E’ un ladro che abita nella discarica, ha rubato una delle nostre navicelle confiscate dai nostri nemici, viaggerò con quella.
Fatemi sapere qualcosa, non ho più avuto notizie da parte vostra.
Quando dovrò lasciare questo pianeta?


RONJA: CAPITALE DI MEMIARYA
Ho un po’ di tempo da dedicare ai miei pensieri.
Quello che vi volevo dire è che fino ad adesso nessuno mi ha riconosciuto fra quelli in missione come me.
Al contrario io ne ho riconosciuti alcuni ma purtroppo devo dire che le loro condizioni sono precarie o gravi.
Molti hanno letteralmente perso la memoria: non sanno più chi sono, cosa devono fare, da dove arrivano.
Sono confusi e smarriti.
Non è strano che accada questo: le pressioni sono forti, Xantyan ha un potere che forse non immaginavate.
Altri vi hanno abbandonato.
Si sono sentiti trascurati, non seguiti da voi.
Per loro siete solo un brutto ricordo.
Questi vivono in una specie di limbo, non hanno abbracciato le leggi di Xantyan, ma hanno rinnegato le vostre.
E’ una situazione triste la loro forse la peggiore.
Peggiore, secondo me, di quelli che vi hanno rinnegato e seguito Xantyan.
Questi partecipano attivamente e con passione alla nuova vita.
Posso non condividerla ma almeno hanno una dimensione in cui riconoscersi.
C’è ancora un’altra categoria: quelli che sono impazziti.
Fra le popolazioni originarie delle galassie e noi che siamo in missione, alcuni sono realmente andati fuori di testa.
Si formano gruppi con curiose filosofie che vagano qua e là cercando nuovi adepti.
Gruppi che nascono e muoiono con una velocità imbarazzante.
Riguardo questo caso farò uno studio a parte, più approfondito.
 
Un giorno eravamo insieme, io e Gabriel: io che archiviavo una serie di immagini provenienti dai viaggi di Alice e lui accanto a me che leggeva le relazioni, molto concentrato.
Per caso mi accorsi che stava piangendo.
Mi sentii male nel vederlo in quello stato.
Gli accarezzai la schiena pensando che un gesto d’affetto lo avrebbe consolato.
No, con un rapido e impercettibile movimento della testa mi fece capire di lasciar perdere.
Allontanò da sé la sue letture, si alzò e si recò verso l’uscita.
Sulla porta incrociò Michael che lo guardò andare via, e poi rivolse uno sguardo interrogativo verso di me. Io alzai le spalle, allorchè Michael si affrettò a seguire nostro fratello.
Prese Gabriel per un braccio e lo obbligò a fermarsi:
- Non puoi continuare così!
Gabriel si appoggiò ad una parete, ma non voleva dargli ascolto.
- Non ti riconosco più. Non parli con nessuno, non sorridi mai, hai sempre gli occhi lucidi...
- Mi stai facendo scoppiare la testa - rispose freddamente Gabriel, cercando di zittirlo.
Michael era serio e aspettava una parola da Gabriel, parola che arrivò dopo un bel po’ di silenzio.
- Andrò da lei...
- Ma dico sei diventato matto?!
Gabriel fece cenno di andarsene, Michael lo trattenne ancora.
- Aspetta! Cos’hai intenzione di fare?
- Ho bisogno di vederla, per farle capire che non l’ho abbandonata - rispose con una certa insofferenza.
- Come puoi lasciare la nave? Qui ci sono il Re e la Regina! Tu devi rimanere accanto a loro!
- Vedrai che il modo lo trovo - disse con un sorriso sarcastico.   
Michael fu colpito dalla sua determinazione.
- Va bene, ma non andrai da solo: verrò con te...
- Nessuno va’ da nessuna parte senza di me - disse la Regina che si avvicinò ai due prendendoli sotto le braccia - andremo insieme a trovare Alice, ma alle mie condizioni.

Così per molte notti Michael, Gabriel e la Regina entravano nella camera dove Alice dormiva.
Michael e la Regina visitavano ogni volta il nuovo alloggio della Principessa: guardavano dove abitava, chi aveva intorno,       
frugavano tra i pochi oggetti che Alice aveva, leggevano in anticipo le relazioni che preparava.
Furono felici di vederla così attiva e impegnata nella sua missione, di cui continuava ad avere seri dubbi non mancando mai di ripetercelo.
Gabriel si sedeva accanto a lei e la guardava dormire.
Se si accorgeva che stava facendo brutti sogni li cancellava e li sostituiva con altre immagini.
Altro non potevano fare.
Non potevano parlare con Alice e soprattutto dovevano rimanere invisibili.
Quello che rimaneva in lei era la sensazione di aver visto nel dormiveglia tre luci d’argento aggirarsi nella stanza.
Prima di andare via Gabriel riempiva la camera con il profumo del gelsomino, che Alice sentiva ad ogni suo risveglio, il che le permetteva di capire che proprio lui in persona era stato lì.
L’ultima notte che andarono a trovarla Gabriel le lasciò sul cuscino quel fiore.
Lei lo curò finchè non appassì.
Una volta appassito lo conservò in un medaglione, che da allora portò sempre con sè.  
Per Gabriel fu l’unica possibilità di avvicinare Alice.
Questo non lo sollevò affatto; ci accorgemmo che stava già pensando a quale altro modo escogitare per farle sentire la sua presenza.
Erano i suoi silenzi che ci facevano più paura.

Il Re temeva di averlo perso definitivamente, come era già avvenuto per Xantyan. La Regina lo tranquillizzava, convinta esattamente del contrario.