Cap 2: LE PRINCE DU REGNE OBSCUR - IL PRINCIPE DEL REGNO OSCURO


LE PRINCE DU REGNE OBSCUR
IL PRINCIPE DEL REGNO OSCURO

Xantyan era, insieme a Gabriel, il più vicino al Sovrano, e per certi versi il suo preferito.
La sua mente sveglia, le intuizioni geniali, lo rendevano speciale ed il nostro Re teneva in altissima considerazione le sue idee.
Xantyan aveva molte qualità: intuito, una certa furbizia, un acume fuori dall’ordinario.
Era inoltre stravagante e anticonformista in ogni cosa.
Amante della sfida e del contraddittorio, con lui tutto era più vivace e costruttivo.
E poi, da non sottovalutare, il suo fascino.
Aveva profondissimi occhi viola davvero ipnotici.
Una proprietà di linguaggio ammaliatrice, una voce sensuale e un sorriso accattivante.
Sapeva utilizzare al massimo tutte queste sue doti, condite da una simpatia travolgente.
Era un burlone. Si divertiva a nascondere gli oggetti, a creare equivoci.
Quante volte ho dovuto aiutare Raphael a riordinare il suo laboratorio perche Xantyan cambiava tutti i contenuti dei suoi marchingegni chimici.
Una volta ci fu un’esplosione spettacolare dovuta proprio al fatto che Xantyan aveva manomesso un esperimento che Raphael stava realizzando.
La reazione fu travolgente! Il laboratorio esplose e Raphael si infuriò come una belva.
Non avevo mai visto Raphael perdere la pazienza, Xantyan riuscì anche in questo!
Più Raphael si arrabbiava più Xantyan rideva.
Questo nostro fratello come avrete capito non aveva timori di sorta, a parte due eccezioni: Michael e la Regina.
Michael non lo ha mai amato, continuava a dire che non si fidava, e con lui scambiava pochissime parole.
Xantyan ricambiava la sua diffidenza, rivolgendosi a Michael con una certa strafottenza.
Al contrario con la Regina era meno spavaldo.
Verso di lei si mostrava reticente, evitava i suoi sguardi, ma soprattutto la sua presenza, quasi ne avesse paura.
Era con Gabriel che aveva più confidenza, anche perché Gabriel stesso era il primo ad amare il suo lato burlesco e indomabile.
Comunque tutti, ma proprio tutti, siamo stati suggestionati, dal suo indiscutibile fascino.
Proprio a causa del suo fascino non ci accorgemmo di quello che stava accadendo.
Lentamente il comportamento di Xantyan  cominciò a rivelare dei tratti distruttivi ed una mal celata inquietudine.
Quelli che prima erano dibattiti, si trasformarono in vere e proprie risse. Le burle in occasioni per scatenare litigi.
La sua sola presenza era divenuta fonte di ansia da parte di tutti noi.
Xantyan trasmetteva un senso di malessere e di profonda angoscia.
In lui cresceva sempre più un sentimento di rivalsa verso il Re, che non ammetteva mai apertamente, ma che era ormai chiaro a tutti.
Il nostro amato Re a lungo cercò di capire cosa gli stava accadendo e il più delle volte sorvolò i suoi comportamenti ambigui.
Ma come si dice: la pazienza ha un limite ed il Re cominciò a dire NO.
No a tutte le proposte di Xantyan.
Xantyan ebbe così la sensazione di essere stato relegato ad un ruolo secondario.
Fu allora che si espose.
L’occasione la trovò in una delle tante feste che si tenevano in quella che si può definire la Sala dei troni.
Ad una semplice e banale richiesta del Re verso uno dei musicisti, Xantyan ebbe una reazione a dir poco caustica, che provocò un silenzio immediato nella sala. 
- Non puoi che obbedire al tuo amatissimo Sovrano, anzi fossi in te lo ringrazierei per averti onorato e addolcito le orecchie con la sua amabile voce
- Si può sapere che ti prende? - gli chiese il Re
- Sono stanco di tutta questa messa in scena! - urlò Xantyan avvicinandosi al Re - qui tutti sono liberi non è vero? Tutti ben divisi in Clan con i loro capi, i loro maestri, tutto così sapientemente democratico! Eh gia! Perché tutti possono fare di tutto, possiamo anche giocare con te bel Re!
Questa ultima frase provocò un vero disappunto nella sala.
Ma Xantyan continuò ad avanzare sempre di più verso il Sovrano.
- Possiamo fare delle proposte, guidare legioni di Principi, ma tu dal tuo posto non ti muovi mai! Chi sei tu? Chi l’ha deciso che devi essere tu ad avere l’ultima parola su ogni cosa? Spalleggiato da quell’altra, che, con i suoi occhi da cerbiatta, è più despota di te!
- Parli così della Regina perché non è qui - rispose il Re 
- Tu credi davvero? - incalzò Xantyan - ma voi ci siete sempre! Voi ascoltate tutto, vedete tutto, sapete tutto! Voi ci amate ci tutelate, ci proteggete non è vero? E noi piccoli e delicati non possiamo che ringraziarvi per tutta questa premurosa attenzione. Ed io ti ringrazio con tutta l’anima!
Con un balzo in avanti sputò in pieno viso al Re.
Un urlo di sconcerto riempì la sala.
- Prendetelo! - ordinò Michael a due guardie che afferrarono Xantyan per le braccia.
Ma proprio allora si scatenò con vera ferocia.
Si dimenava e urlava offese contro il Re e la Regina, accusandoli di essere dei dittatori, falsi, ipocriti, abili manipolatori delle menti.
- Vi nascondete dietro i vostri atteggiamenti bonari! - poi si rivolse ai presenti in sala - Siete tutti vittime di un raggiro, svegliatevi prima che sia troppo tardi!
Michael lo colpì alla tempia con l’elsa della spada.
Xantyan svenuto venne condotto nei suoi appartamenti.
Le due guardie lo svegliarono strattonandolo con forza, poi Michael ordinò di lasciarlo solo con il fratello, che si stava riprendendo.
- Se ti azzardi un’altra volta a dare spettacolo, giuro che ti infilzo come un capretto! - disse Michael puntandogli la spada sotto il mento.
- Non puoi - rispose sorridendo Xantyan - devi sempre aspettare gli ordini del Capo - poi alzandosi in piedi e massaggiandosi la testa scrollò le spalle ridendo - non m’importa che reazione ho provocato: io mi sono sfogato!
Con disappunto e indispettito Michael gli lanciò un fazzoletto:
- Tieni, hai la fronte sporca di sangue, e fatti una dormita!
Nei giorni seguenti tutto procedette come se nulla fosse accaduto.
Ma ci si interrogava su cosa fare con Xantyan.
Si era isolato, non accettava nessun invito da parte del Re per discutere sulle sue esigenze.
Lo si vedeva soltanto la notte, passeggiare in solitudine, concentrato in mille pensieri.

Capitò in una notte davvero buia, senza stelle, nera e molto fredda.
Xantyan se ne stava seduto su un’altura ad occhi chiusi lasciandosi dondolare dal vento. Si tolse la casacca e rimase a torso nudo.
Incise sul petto dei simboli e con il sangue che usciva dalle ferite colorò le mani. Aprì le braccia e levò il viso e le mani aperte verso il cielo.
Restò così dondolante con gli occhi persi in quella oscurità senza confine e poi si lasciò cadere giù dall’altura.
Un precipitare che somigliava ad un volo alla rovescia: più scendeva più il suo animo si rasserenava.
Quella fu l’ultima notte che passò nella nostra città.
Il mattino dopo Gabriel lo andò a trovare.
- Sono davvero contento di vederti - sorrise sinceramente Xantyan.
Si sistemarono sulla terrazza dal quale si gustava un panorama di colori e sfumature suggestivi quanto indescrivibili.
- Ho deciso cosa farò - continuò Xantyan
- Finalmente!
- Vado via
- Come? E perché? Cos’è che ti manca qui? Lo sai che si può discutere, puoi trattare...
- Cosa vuoi trattare Gabriel? Voglio un posto mio dove posso creare qualcosa di mio senza sottostare a nessuno. Voglio gustare il piacere di decidere e di sbagliare senza il controllo di un altro Re.
- E’solo questo allora? - replicò Gabriel - Bramosia di potere! Cosa vuoi creare ? Un altro regno? Con tutto l’astio e il rancore che covi dentro di te? Credi davvero di poter dare origine a qualcosa di buono con questi presupposti?
- Ma guardati intorno Gabriel, guarda chi sei: cosa abbiamo in meno dei nostri due Sovrani? Noi sappiamo Creare! Abbiamo una conoscenza infinita! Perché essere dei servitori quando noi stessi possiamo decidere e guidare?
- Quello che dici non è sbagliato. Ma io ti ripeto che ti stai muovendo su una strada che non porta dove pensi tu. Tu non vuoi creare qualcosa di nuovo...
- Hai ragione io voglio dimostrare ai nostri Sovrani di poter prendere il loro posto se solo decido di farlo! - Xantyan si fermò abbassò lo sguardo poi stringendo il braccio di Gabriel sorrise - Seguimi! Sono sicuro che in fondo anche tu la pensi come me!
- E’qui che ti sbagli. Io qui sono fiero di quello che sono e sono fiero del nostro Re - Gabriel abbracciò forte Xantyan - qualuque cosa farai rimarrai sempre mio fratello.
Xantyan si commosse. Gabriel andò via.
Verso il tramonto Xantyan chiese udienza al Re.
Fummo tutti convocati nella Sala dei Troni.
C’eravamo davvero tutti anche la Regina.
Xantyan si presentò con quella che a suo dire era una piccola rappresentanza di chi aveva deciso di partire con lui: saranno stati più di 10.000 individui, tutti schierati con un ordine ferreo, vestiti completamente di nero.
Con una certa solennità Xantyan si inchinò difronte ai Sovrani.
- Chiedo di poter partire insieme a tutti quelli che hanno deciso di seguirmi
- Hai la nostra autorizzazione - rispose il Re indicando anche al Regina - quando pensi di andare?
- Immediatamente
- Vuoi che ti faccia scortare?
- No.
Xantyan si alzò, guardò Gabriel, e si allontanò insieme a tutti gli altri.
Comunque seguimmo la loro partenza con una certa malinconia nel cuore:

erano tantissimi, un intero popolo che si innoltrò nelle profondità dello Spazio.