Cap 3: LA VILLE D’OR - LA CITTA’ D’ORO
LA CITTA’
D’ORO
Gabriel
si trovava nel laboratorio di Raphael, lo guardava archiviare dei documenti e
ordinare i barattoli contenenti culture, e piccole piante sottovuoto.
-
Ho trovato delle nuove piante medicinali da suggerire ai terrestri - disse
Raphael - sono fra i più delicati e malaticci fra tutti gli abitanti di tutte
le galassie!
- Devi
mandare qualcuno ad insegnare come usare queste piante?
-
No credo che andrò di persona - poi ridendo - non mi farebbe male un bel
viaggetto!
-
Hanno un odore insopportabile! - esclamò Gabriel annusando il contenuto dei
barattoli
-
Non lo sai che tutto quello che far star bene è schifoso da mandar giù? Posa
lì! Avevo sistemato tutto con criterio e ora mi fai ricominciare da capo!
Gabriel
sorrise e si sedette su uno dei tavoli.
-
Ho fatto uno strano sogno - disse attirando l’interesse di Raphael - una gigantesca
ondata ricopriva tutta la nostra città. Al termine dell’ondata di piena la
città rimaneva imprigionata in una fodera di ghiaccio, come ibernata, completamente deserta.
-
Uhm...La nostra città deserta imprigionata nel ghiaccio...Questo è un sogno da
tenere d’occhio...Non mi piace.
La
città di cui parlava Gabriel era la nostra città, il luogo dove tutti noi
abitavamo.
In
realtà non era altro che un quartier-generale
da cui partivano gli ordini rispetto tutto quello che riguardava il Regno.
La
città si sviluppava su tre stelle allineate: una grande, due poco più piccole.
Sulla
stella maggiore c’era la Reggia, ovvero le nostre abitazioni: una serie di
costruzioni realizzate con strutture tecnologiche e architettoniche davvero
avveneristiche.
I colori
scintillanti, le vetrate decorate, erano spettacolari.
Ne
parlo con un certo orgoglio perchè buona parte delle operazioni legate alla
tecnologia sono opera mia.
Nelle
due stelle minori c’erano i parchi, giardini, fontane, teatri, boschi, mari,
fiumi, montagne.
Una
natura multicolore caratterizzata da una eterna Primavera.
Di
giorno il nostro cielo era illuminato non da un Sole ma da tre, e tre Lune di
notte.
Tutta
questa perfezione non era frutto della fortuna o del caso.
Tutti
avevamo il nostro da fare perché ogni
cosa rimanesse efficiente, viva e in continuo rinnovamento.
Il
più piccolo danno al più invisibile degli insetti di uno sperduto rigagnolo
d’acqua nascosto tra le montagne, avrebbe provocato dei seri danni in uno dei
tanti pianeti delle galassie.
Il
mantenimento degli equilibri nella nostra città significava la salvaguardia
della vita di tutto l’Universo.
Eravamo
immersi in un lavoro continuo di controllo e manutenzione di ciò che si
riverberava nello Spazio visibile e invisibile...
Uno
stress infinito vi assicuro!
-
Ho saputo del sogno di Gabriel - mi disse il Re
-
C’è di che pensare - risposi
-
Direi di si: vi voglio tutti riuniti per un resoconto dettagliato su le ultime
notizie arrivate dalle province.
Questo
genere di riunioni si tenevano in una sala con un tavolo lungo intorno a cui ci
sedevamo e dal quale, come da una finestra, potevamo osservare ogni cosa in
qualunque luogo fin nei minimi dettagli.
Quel
giorno eravamo in parecchi ed il Re ascoltava le relazioni di ogniuno di noi.
Si
era piuttosto rilassati malgrado la forte apprensione che il sogno di Gabriel
ci aveva provocato.
Tanto
rilassati che non prestavamo attenzione alle parole del Re.
Mentre
lui parlava noi sghignazzavamo facevamo battutine ironiche e con cautela facevamo
passare dei fogli sotto il tavolo.
-
Mi state ascoltando? - chiese il Re perplesso
-
Si si, ti prego continua - rispose Michael.
Ma
non c’era verso, il Re si fermò più volte ad osservarci perplesso.
-
La vogliamo finire?
-
Ma guarda che ti stiamo ascoltando - ripetè Michael.
La
confusione però aumentava.
-
Che faccio? Me ne vado se vi disturbo!
Poi
sconsolato si appoggiò sui gomiti e senza farsi notare sbirciò sotto il tavolo.
Accortosi
delle manovre alzò gli occhi al cielo sospirando.
-
Vorrei ridere anche io - disse, poi allungando il braccio - Gabriel, ti
dispiacerebbe passarmi quei fogli.
-
Si certo, scusami.
Il
Re prese i fogli e guardandoli rimase così colpito che la sua espressione ci
fece scoppiare in una fragorosa risata.
-
Mi hanno fatto delle caricature! - esclamò il Re
-
Non sono belle? - domandai - dai sembri un divo del cinema
-
Chi le ha disegnate?
-
Uno dei bambini che devono partire nei prossimi giorni per Quarmas - rispose
Gabriel
-
Diventerà un vignettista - sorrise il Re - quello che stavo cercando di dire
finora - e qui si fece serio - è che dalle vostre relazioni non appaiono motivi
di allarme in nessun luogo, ma di Xantyan nessuno ha notizia?
Tutti
scuotemmo al testa.
-
Il silenzio è assoluto - rispose Samael
-
Forse ha trovato di che essere felice - disse Sachiel
Michael
lo guardò storto e intervenne:
-
Nessuno di noi ha avuto contatti con lui, ma io mi sono preso la libertà di
investigare e capire almeno dov’è finito e cosa sta’ facendo
-
Interessante - disse il Re.
Poggiò
le dita sul tavolo e subito si visualizzarono le galassie.
-
Non qui - indicò Michael, cambiando la schermata.
-
Ma non si vede niente - intervenne Anael
- E
invece è proprio qua che si trova - sorrise Michael - agli estremi confini,
dove non ci sono stelle né luce né calore. Osservate bene.
Cambiò
ulteriormente la videata.
In
effetti nel buio più totale intravedemmo una curiosa formazione di pianeti.
-
E’ inquietante - sussurò Raphael
-
Non c’è nessuno - intervenne Cassiel
-
Vivono all’interno - disse il Re
-
Come talpe - mormorò Gabriel
-
Come insetti - disse Michael con tono di disprezzo
-
Sembrerebbe un letargo - continuò il Re
-
E’ quello che ho pensato anch’io - continuò Michael - e devo ripetere che tutto
questo silenzio mi preoccupa.
-
Non stuzzicarlo - disse ancora il Re - sicuramente si è accorto che lo stiamo
sorvegliando. Non passerà molto tempo che lui stesso si farà vivo - poi
voltandosi verso Gabriel concluse - cosa che credo abbia già fatto.