Cap 7: LA MUSIQUE DE L’UNIVERS - LA MUSICA DELL’UNIVERSO


LA MUSIQUE DE L’UNIVERS
LA MUSICA DELL’UNIVERSO

Come Gabriel aveva detto, Alice fu affidata a Michael per esercitarsi assiduamente con la spada.
La Principessa, ormai, passava molto del suo tempo con noi.
Devo dire che la sua presenza portò una ventata di allegria che animava le nostre giornate.
Era diventata la nostra mascotte.
Passava molte ore con Michael, ma anche molto tempo nel laboratorio di Raphael; con lui iniziò a studiare l’utilizzo della voce e della musica in campo medico.
Studi di cui discuteva anche tra i seguaci di Xantyan, dove aveva ripreso a cantare.
Insomma sembrava più attiva di prima.  
Successivamente riprese le esercitazioni con Gabriel.
Ci piaceva vederli in azione.
Una mattina io e Michael eravamo impegnati ad un gioco da tavolo all’ombra di un gazebo nel parco.
Alice era seduta nei pressi della cascata che alimentava il torrente.
Pochi minuti dopo arrivò Gabriel.
Rimasero seduti là a parlottare e scherzare, mentre noi ogni tanto distoglievamo l’attenzione dal nostro gioco per guardarli.  
- Quei due si sono innamorati - disse Michael osservandoli con ironia - lo sanno tutti! Gli unici che ancora non l’hanno capito sono proprio loro! - poi rivolgendosi a me concluse stizzito - E’ mai possibile!?
Michael aveva ragione, purtroppo certi errori li commettiamo anche noi: non c’è errore peggiore che innamorarsi di qualcuno e non rivelarlo.
Per Gabriel e Alice fu fatale.
- Ehi, cominciano - dissi io.
Un duello con la spada.
Quel giorno però Gabriel fu eccessivamente severo con la sua allieva.
L’accusava di non essere sufficientemente concentrata; più lei si ritirava in difesa più lui incalzava con attacchi violenti.
- Muoviti! Muoviti! - urlava lui - Non devi difenderti devi attaccare! Dove hai la testa? 
Alice si trovava in difficoltà, ma lui aumentava ulteriormente la violenza dei colpi. Alice cadde due volte a terra e lui la tirò per un braccio per farla rialzare senza perdere tempo, per ricominciare subito a combattere.
- Attacca! - continuò Gabriel
- Non riesco... - strillò Alice. 
Gabriel con ira diede un colpo alla spada di Alice facendola volare via.
Lei inciampò e andò a sbattere contro il tronco di un albero, senza più fiato.
- Maledizione! - urlò Gabriel lanciando la sua spada verso Alice. 
La spada andò a conficcarsi nel tronco dell’albero tra il collo e le spalle di lei, tanto vicino che le tagliò una ciocca di capelli.
Gabriel si avvicinò ad Alice, le diede uno schiaffo così forte che la fece cadere.
- Tu non puoi neanche pensare di non riuscire! - le gridò 
- Qui c’è sotto qualcosa - mi disse Michael
- Tu credi? - chiesi
- Ma non vedi? - rispose indicando i duellanti - E’ un’esercitazione troppo mirata, troppo severa. Neanche io con le mie legioni arrivo a tanto. Credo che Gabriel sia al corrente di qualcosa che noi non sappiamo
- O forse intuisce qualcosa che noi non immaginiamo - intervenne Raphael appena arrivato.
Alice era inginocchiata a terra cercando di riprendere fiato.
Gabriel non mollava. Prese la spada di lei e gliela lanciò addosso con forza.
- Alzati e ricominciamo - disse severo
Alice si rialzò. Ricominciò il duello.
- Santo cielo! - esclamò Raphael con gli occhi piantati su Alice.
- E’ un portento! - mormorò con un filo di voce Michael.
Alice sembrava un’altra.
Compiva dei balzi in aria e sferrava colpi con una forza che non le avevamo mai visto prima. Sembrava non posare i piedi a terra. Sembrava che la spada non avesse peso. Alice ci fece esclamare di meraviglia. Saltò ancora più in alto, e portando le gambe in avanti mise a terra Gabriel con un doppio calcio in pieno petto, lo bloccò al suolo puntando la lama della spada sul collo, come se lo volesse decapitare.
Gabriel chiuse gli occhi e accennò un sorriso.
- E’ così che ti voglio vedere - disse calmo
Alice si rilassò lasciando andare un lungo sospiro.
Gabriel allontanò la spada di Alice dal collo e lei si sdraiò accanto a lui.
- Guarda là - dissi a Michael con stupore. 
Sulla terrazza che sovrastava il parco c’erano il Re e la Regina.
Avevano osservato tutto il combattimento scambiandosi reciprocamente un sorriso d’intesa.
Sembrarono soddisfatti da ciò che avevano visto.
- Contro chi mai dovrà combattere Alice? - disse perplesso Michael tornando a guardare me e Raphael.
I due duellanti erano supini sul prato.
Gabriel alzò il braccio in alto compiendo un movimento circolare con la mano, come per tagliare l’aria.
L’aria effettivamente si tagliò.
Come da una finestra apparvero le stelle, le galassie, i pianeti.
Tutto l’universo contenuto in una piccola immagine.
- Ascolta - disse Gabriel ad Alice - c’è anche la tua voce.
Con le dita toccò dolcemente uno per uno tutto quello che conteneva il quadretto.
Pochi istanti dopo, tutto ciò che aveva toccato iniziò a vibrare.
Ne scaturì una musica che le parole non riusciranno mai descrivere.
- E’ un incantesimo? - chiese Alice   
- No - le sussurrò nell’orecchio - E’ la Realtà.
La musica riempì l’aria.
Man mano che il suo volume aumentava, dall’apertura creata da Gabriel, uscì una luce bianca e accecante.
La luce invase tutto come un vento. Assorbì ogni cosa.
Tutta la città e tutti noi ci fermammo per ascoltare la musica, lasciandoci avvolgere da quella luce che, per quanto accecante, non disturbava, ma infondeva un senso di pace e di felicità assoluta.
Sfiorò gli edifici, gli alberi, le montagne.
Planò sui prati, scivolando sull’erba.
S’immerse nel mare per virare fra le nuvole.   
Poi la musica si affievolì e la luce compì il suo percorso a ritroso, rientrando nella finestra da cui era uscita.
Con lo stesso gesto circolare Gabriel richiuse l’apertura ricavandone una piccola sfera d’oro brillantissima, tanto piccola che entrava in una mano.
La consegnò a me. La chiusi in un pugno.
Quando riaprii la mano al suo posto c’era una polverina d’oro.
La soffiai contro Raphael che starnutì immediatamente.
- Smettila di giocare! - esclamò togliendosi la polvere dal muso
- Questo era un incantesimo - dissi ad Alice facendo riferimento al mio gesto.

Quella sera Gabriel tornò molto tardi nei suoi appartamenti.
Non appena entrò in camera, sentì il sangue gelarsi nelle vene.
Trovò Xantyan in piedi al centro della stanza: tra le mani teneva la scatolina decorata da Alice durante il periodo dell’addestramento.  
- Basterà spostare le pedine - disse Xantyan guardando con fierezza Gabriel - non è difficile.
Detto questo soffiò delicatamente sui fiori ancora profumati.
Xantyan scomparve all’istante. La scatolina cadde a terra.
Gabriel si precipitò a raccogliere l’oggetto.
Trovò i fiori irrimediabilmente avvizziti, il legno pieno graffi e bruciature.

I colori delle decorazioni si sbriciolarono fra le sue dita.