Cap 8: LE VOYAGE - IL VIAGGIO


LE VOYAGE
IL VIAGGIO

Era passato molto tempo da quando l’ultimo seguace di Xantyan era tornato da noi.
Eravamo tutti convinti che non ne sarebbero tornati altri.
Con nostra sorpresa, invece, ci furono nuove richieste.
Fra questi alcuni amici di Alice, che si rivelarono acquisti eccellenti per noi.
Malgrado Michael pensasse il contrario, io credevo che, in alcuni, la permanenza nel regno di Xantyan, aveva fortificato il carattere.
Riuniti in consiglio, con il Re, a discutevamo proprio di questo:    
- Altri tre amici di Alice vogliono far ritorno - dissi
- Chi sono? - domandò il Re
- Il Principe Hal, sua sorella Màlj, e Xadre, suo marito - risposi
I loro volti apparvero sulla schermata del tavolo:
- Hal e Xadre erano dei miei - disse Raphael
- Màlj - intervenne Gabriel - era una pittrice
- So che tutti e tre hanno continuato ad esercitare le loro attività nel regno di Xantyan - continuai
- Perché vogliono tornare? - chiese Michael
- Perché - risposi - Xadre e Màlj si sono appena sposati e laggiù c’è una legge che obbliga a consegnare i propri figli senza poterli più vedere. Xadre e Màlj si rifiutano di obbedire a questa legge.
- Hanno già dei figli? - domandò il Re
- No - risposi
- Che mi dici di Hal? - chiese ancora il Re
- Lui è interessato agli studi di Alice e Raphael sull’uso della musica in medicina.
- Molti fra quelli che sono tornati - intervenne Raphael - sono stai attratti dai nostri esperimenti
- Bene - sorrise il Re - Michael, Uriel andate a riprendeli - poi guardandomi disse - hai finito di lavorare su quella vecchia navicella spaziale?
Io non risposi. Guardai il Re sperando di non aver capito.
Faceva riferimento ad un vecchissimo modello che mi ero divertito a rimodernare. Si trattava pur sempre di una macchina antiquata.
- No! - esclamai -No, no no no no no no - ripetei agitando le dita come se fossero tergicristalli impazziti
- Si si - disse il Re divertito
- Non ci vorrai mandare laggiù con quella carretta? - domandò Michael che non sapeva se ridere o arrabbiarsi - Hai uno strano senso dell’umorismo lo sai?
- Ma è un rudere - continuai sperando in un po’ di compassione - cigola, trema ogni volta che qualcuno si muove. Non va’ bene neanche per i film di fantascienza di serie B!
- Su su! - sorrideva il Re mentre faceva colare la ceralacca su una pergamena
- Ancora questa storia delle pergamene! - sbottò Michael spazientito - Non se ne può più! Cos’è un viaggio nel medioevo? Ogni volta che si và da Xantyan c’è ‘sta pergamena!
- Lo sai che a lui piacciono i gesti teatrali - disse il Re porgendogli il foglio - che ci costa farlo contento? - poi rivolgendosi a Gabriel - Vai anche tu con loro. Vediamo se il nostro amico ci stupisce ancora con i suoi giochi di prestigio.   
Michael che sbuffava battendo la pergamena sulle mani, io che brontolavo, Gabriel che mi prendeva in giro, ci avviammo verso la navicella.
Prima di salire ci fermammo a guardarla.
Un siluro grigiastro, con tanto di scaletta removibile (a mano!) due grandi finestroni sulle pareti, sorretto da quattro zampette situate sotto la pancia.
- Io già mi sento male - si lamentò Michael sconsolato.
La partenza fu drammatica: sembravamo prigionieri di un frullatore.
Poi prese il volo, così serenamente che non ci sembrava vero.
Ad essere sinceri, anche se il viaggio fu un po’ lento, non ci annoiammo affatto. Sembravamo tre fratellini sul trenino del Luna Park.
Per tutto il tempo rimanemmo tutti e tre allineati, con i nasi schiacciati sul vetro della finestra a guardare lo Spazio come se fosse la prima volta.
Eravamo abbagliati dalla bellezza delle: stelle, supernove, galassie, ammassi globulari, nebulose, comete, costellazioni.
Passammo attraverso buchi neri.
La navicella ci trasportava come in un sogno.
Le cose cominciarono a cambiare quando ci avvicinammo alla periferia.
Tutta la vitalità che ci aveva circondato andava spegnendosi.
Poche stelle, qualche meteora.
Nel buio si incontravano sempre meno cose.
Sporadici pulviscoli spaziali o detriti.
Sempre più buio, sempre più freddo.
Repentinamente la navicella cambiò rotta: si proiettò in una picchiata che faceva paura, scivolando nelle più inesplorate profondità.
Quel precipitare sembrava non avere fine.
La rotta si riassestò, il volo tornò quieto e vedemmo avvicinarsi la formazione dei pianeti del regno di Xantyan.
Si trattava di pianeti immobili sospesi nel vuoto ricoperti di ghiaccio:
deserti, muti, spaventosi nel loro silenzio.
Nel pianeta più grande viveva Xantyan, da solo.
Giganteggiava  al centro della formazione.
Intorno tre cerchi concentrici composti da sei pianeti ciascuno.
Nei sei pianeti del cerchio esterno: vivevano i seguaci fedeli ma meno legati al loro Re.
Era là che infatti dovevamo recuperare il Principe Hal, sua sorella Màlj e il marito Xadre.
Il buio pesto che caratterizzava quei luoghi era rischiarato dalla luce emanata dal ghiaccio.
Una luce strana, falsa, fastidiosa.
La navicella si fermò sulla superficie del pianeta centrale.
Xantyan apparve venendoci incontro.
- Tieni la tua pergamena - disse Michael sperando di sbrigarsi         
- Sempre di buon umore vero? - gli rispose Xantyan, firmando il documento con un unghia - Ci sei anche tu! - esclamò con un sorriso notando Gabriel.
In effetti Gabriel non si era allontanato dalla navicella, ma stava seduto sui gradini della scaletta.
Xantyan si avvicinò a lui.
Michael alzò gli occhi al cielo sbuffando; temeva di perdere altro tempo in quel luogo che disprezzava.
- Sono felice che ci sia anche tu - disse Xantyan appoggiandosi alla scaletta - che tu ci creda o no, mi fa sempre piacere vederti.
Gabriel lo guardava dritto negli occhi in silenzio.
Xantyan non parlò.
Si scrutavano come per rapirsi i pensieri.
- Così la bella Alice mi ha portato via altri tre amici - disse Xantyan con ironia - il Principe Hal e la tua Principessa si conoscono da molto tempo. Si dice che si siano innamorati - Xantyan fece una pausa e fissando Gabriel concluse - lo avresti mai immaginato che qualcuno dei miei sarebbe stato mosso dall’amore?
- Cosa vuoi? - chiese Gabriel seccato
- Non voglio litigare con te questo è certo - rispose serio.
Xantyan guardò il fratello con sincera ammirazione.
Gabriel si alzò in piedi e ci chiamò:
- Possiamo andare - disse Gabriel
- Ah! Meno male! - sospirò Michael.
Dal canto mio, prima di salire sulla navicella, diedi un piccolo colpo di mano sulla spalla di Xantyan dicendo:
- Complimenti ancora per il giardino!
Xantyan offeso scansò la spalla facendo scivolare la mia mano.
Io risi divertito.
Ci spostammo per raggiungere il pianeta del cerchio esterno dove ci aspettavano: Hal, Màlj, Xadre insieme ad una accompagnatrice alla quale Michael porse la pergamena.
Lei controllò che ci fosse la firma di Xantyan e fece passare i tre che aspettavano con dei bagagli.
- Cos’è ci sono ristrettezze su da voi? - ci domandò l’accompagnatrice guardano la navicella
- Non lo trovo divertente - rispose Michael - Alt! - esclamò bloccando i tre viaggiatori che stavano salendo - Non potete portare niente con voi!
Xadre mise subito a terra il suo bagaglio, Màlj disse che erano dei disegni che voleva concludere.
Gabriel diede un’occhiata veloce ai disegni e li consegnò all’accompagnatrice:
- E’ bene che rimangano qua - disse con gentilezza Gabriel a Màlj accarezzandole la nuca - mi ricordo di te: eri un’illustratrice
- Illustravo i libri di fiabe - rispose Màlj
- Ora vorresti fare la restauratrice? 
- Si!
- Anche tu - disse Michael ad Hal - restituisci quello che hai!
- Sono dei materiali per Raphael - si giustificò Hal
- Ne discuterai con lui quando arriveremo. Adesso lascia qua tutto quello che hai - insistette Michael con durezza.    
Solo quando Michael si accertò che i suoi ordini fossero stati eseguiti la navicella decollò.
Fu strano il viaggio di ritorno: ce ne stavamo seduti a osservare il comportamento dei nuovi passeggeri.
Tutti e tre non vedevano l’ora di ricominciare a vivere nella città che avevano abbandonato.
Gabriel studiò attentamente Hal.
Alto, quasi quanto noi, con lunghissimi e spioventi capelli chiari che cadevano fino alla vita, due occhi di un celeste trasparente; diversissimo dalla sorella: piccolina dai capelli di un rosso molto acceso.
Lui espansivo, Màlj più riservata e silenziosa.
Hal era pieno di idee sul progetto di Alice e Raphael.
Così carico d’entusiasmo che non ci fu un solo secondo in cui fece silenzio.
Ci investì di parole, travolgendoci con la sua simpatia.
- Non ricordavo più quanto fosse bella la nostra città - disse con gli occhi brillanti di gioia appena giungemmo a destinazione.

Furono gli ultimi a partire dal regno di Xantyan.